Statistiche e persone

Siamo persone e non numeri! – E’ quasi impossibilie che capitino queste cose, eppure a me, purtroppo, è successo! – Sognare di vincere la lotteria è da illusi.

Ho messo insieme alcune frasi fatte, che danno il comune modo di sentire rispetto ad eventi improbabili. Mi serve per iniziare a parlare dei casi statisticamente trascurabili, come anticipato nel mio articolo sulla vaccianzione. La cronaca di questi giorni, sempre legata alla vaccinazione contro il Coronavirus, rende ancora più appropriato quanto avevo già intenzione di comunicare.

Nel periodo estivo, mentre boccheggiamo camminando per le strade roventi, ci convinciamo che la temeratura dell’aria fosse sicuramente superiore ai 40° centigradi ed invece i bravi cronisti di radio e televisione ci spiegano con dovizia di particolari che erano solo 35° ma la temperatura percepita era superiore a quella reale per via dell’umidità. La stessa cosa avviene con la percezione dei casi statistici. Se l’evento crea preoccupazione, il dato statistico di 1 morto, su 1 milione di vaccinati, diventa inaccettabile. Se invece siamo abituati a vivere un evento come possibilità remota e frutto di fatalità, come attraversare la strada sulle strisce pedonali, lo facciamo tranquillamente tutti i giorni eppure il tasso di mortalità in Italia è di ben 8,8 su milione. Similarmente guidiamo l’auto che ha addirittura un tasso di mortalità per incidente di 36 su milione. Quindi anche con i casi statistici relativi a medicinale e vaccini, il rischio percepito è superiore a quello reale. Sia chiaro, non voglio dimostrare che il rischio della vaccinazione sia pari a zero. Il rischio zero è una chimera, non esiste.

Eppure tutti sappiamo che il corpo umano è una macchina molto evoluta, in continuo sviluppo, ma non perfetta e soprattuto l’umanità intera non è composta di esemplari tutti uguali. Ci sono piccolissime, impercettibili differenze tra uomo ed uomo che in condizioni di vita normale quasi non si notano. Anche i migliori hanno piccolissime anomalie o funzionamenti non standard di alcuni apparati. Non sempre sono difetti, saltuariamente ci sono cuori super che permettono prestazioni eccezionali agli atleti, riflessi molto reattivi, cervelli velocissimi nell’elaborazione dei dati e viste e olfatti da supereroi. Un farmaco, per quanto possa essere stato testato su un campione considerevole di persone, potrebbe avere effetti indesiderati per persone con caratteristiche particolari e ancora maggiori sono i rischi quando il soggetto utilizzatore del farmaco ha altre patologie, magari a lui sconosciute.

Come non esiste l’uomo perfetto non può esistere il farmaco perfetto, senza controindicazioni e con reazini identiche sull’intera umanità. La domanda che tutti si stanno facendo in questo periodo è relativa alla validità dei vaccini anti Covid data la velocità con la quale questi sono stati realizzati ed il poco tempo di test sui volontari umani. Viene il dubbio che la popolazione mondiale stia facendo da cavia per il proseguo degli esperimenti.

Dovrebbe tranquillizzare il fatto che su questa pandemia, lo sforzo di ricerca è stato portato avanti comunemente dagli scienziati di tutto il mondo sia per identificare meglio le caratteristiche del virus, e sia per arrivare velocemente a cure condivise e ai fatidici vaccini. Dopo la fase di studio, ogni azienda farmaceutica, spesso finanziata dagli Stati, ha proceduto con metodologie diverse e arrivando a vaccini totalmente diversi l’uno dall’altro. Si hanno infatti i vaccini a RNA messaggero, a subunità o a vettori. Non scendo nei dettagli delle tipologie di vaccini, dato che la mia non è una trattazione scientifica. Non taccio invece sul fatto che i vaccini avrebbero dovuto essere brevettati dagli stati e non dalle case farmaceutiche per ridurre il costo di approvvigionamento e produzione a vantaggio di tutte le popolazioni del mondo. Ma torniamo al nostro tema.

Dopo gli annunci delle performance del vaccino russo, lo Sputnik, che era accreditato del 98% di efficacia, la Pfizer ha modificato il suo primo valore di 88% portandolo al 94,5%. A confronto di questi vaccini, la dichiarazione di AstraZeneca di efficacia intorno al 70% appare risibile e già questo primo fatto getta una luce di scarsa affidabilità sul vaccino. L’opinione pubblica viene ulteriormente allarmata dall’eccessivo accento posto sull’argomento dai dibattiti televisivi e radiofonici. In questo contesto, la notizia di morti improvvise, successive alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, ha creato immediatamente il panico.

Ora, ipotizzando che le 6 morti accertate in Europa, rispetto alle 6 milioni di dosi somministrate, siano direttamente correlate ad una reazione al vaccino AstraZeneca, questo valore rientrerebbe in quel dato statisticamente trascurabile di 1/1.000.000. I decessi per Coronavirus, a livello mondiale, sono 388 su milione, in Europa il tasso sale a ben 1142. A fronte di questi dati appare sempre più logico procedere comunque con il programma vaccinale.

Questa la teoria, però se sei uno dei familiari del singolo caso su milione, per te non è nè un numero e nemmeno un valore statistico, bensì una persona, un caro, un affetto. Davanti alla perdita di un affetto non esisterà mai giustificazione statistica che tenga.

Ho fatto il vaccino. Aggiornamento 1

Come promesso ieri sera, vi aggiorno su come sta andando il post-vaccinazione.

Intanto, i più attenti nella lettura hanno sicuramente notato che, a causa della stanchezza (oggi potrei dare la colpa al vaccino ma so che non è così), ho commesso molti errori di scrittura nell’articolo di ieri. Stamattina li ho prontamente corretti. Non cambia il senso di quanto scritto ma ho solo reso più fruibile il testo, senza gli errori dovuti all’urgenza di finire l’articolo, prima di andare a tra le braccia di Morfeo.

Stanotte non ho avuto alcun problema a dormire. Nessun dolore o giramento di testa;

Al risveglio ho constatato una maggiore sensibilizzazione nella parte della puntura. Non posso parlare di dolore, però “sento” la parte.

Misurata la temperatura. Sono freddo glaciale come al solito, intorno ai 35°. E’ sempre stata quella la temperatura rilevata con i nuovi termometri a “pistola”.

La sensazione di raffreddore, comprovata da due pacchetti di fazzoletti andati in fumo in poco più di un’ora, è sparita non appena mi sono messo sotto le coperte. Stamattina naso libero.

Per le molte persone preoccupate per i sintomi più gravi, vi tranquillizzo: non mi è passata la fame.

In serata o domani, il prossimo e penso ultimo aggiornamento.

Ho fatto il vaccino

Oggi, 10/03/2021 ho finalmente ricevuto il mio vaccino.

Come tutti sanno, non è facile essere vaccinati. Non ci sono tutte le dosi necessarie e il sistema delle priorità, nonostante sia logico e condiviso dalla maggioranza della popolazione, sta creando forte ansia nelle persone che, desiderando di essere vaccianati, vedono amici e parenti o semplici conoscenti, che si sino già sottoposti a tale pratica. Questo genera un senso di frustrazione simile all’abbandono.

Nel mio posto di lavoro, considerato uno dei servizi oggetto di priorità, è stato proposto a tutti di vaccinarsi. Vediamo allora insieme come sono organizzate le priorità. Si parte con un sistema a 6 fasce di età:

  1. Over 80. Questi costituiscono la prima fascia di popolazione da vaccinare. Assieme a loro e, per essere più precisi, prima di loro, sono stati vaccinati medici, infermieri, personale sanitario e soggetti a rischio per particolari patologie o disabilità. Sono stati definiti soggetti fragili;
  2. Over 75;
  3. Over 70. La seconda e terza fascia sono state distinte solo per agevolare la distribuzione su queste particolari età ritenute maggiormente a rischio, avendo contato circa il 10% di decessi sui contagiati;
  4. I soggetti più a rischio tra i 16 ed i 69 anni. Vengono valutati in base a patologie specifiche;
  5. i soggetti tra i 55 e i 68 anni;
  6. Tra i 18 e i 54 che non siano portatori di altre patologie.

Indipendentemente dalle fasce d’età e dopo tutto il personale sanitario, è stata assegnata una corsia preferenziale agli insegnanti di ogni ordine e grado e agli appartenenti alle forze di polizia e forze armate. Se volessimo essere più precisi, anche in ogni singola categoria di lavoratori sono state assegnte priorità diverse in base alle tipologie di lavoro svolte ma sarebbe lunga e complicata la narrazione e solleverebbe migliaia di domande perchè ognuno di noi avrebbe trovato un metodo diverso e, a proprio dire, migliore per fare un lavoro più capillare e più rapido.

Un paio di giorni fa mi comunicano che oggi avrei ricevuto l’inoculazione del vaccino. Tutti gli esperti virologi con laurea all’università di Facebook hanno pronunciato il loro dotto parere a favore o contro la vaccinazione in generale a partire dal tipo di vaccino che ci sarebbe stato somministrato, l’Astrazeneca, e le specifiche modalità di somministrazione. Tutti abbiamo letto le indicazioni allegate alla scheda per il consenso informato ed è stato un fiorire di ricerche su casi di intolleranze, reazioni gravi e morti legate alle vaccinazioni.

Ho notato che si tende a dare un valore assoluto a fatti statisticamente trascurabili* e ho scoperto mille metodi di prevenzione rischi.

I consigli ricevuti sono stati i più disparati e vanno dal “Conviene prendere una tachipirina la sera prima ed una subito dopo il vaccino”, “bisogna aver sospeso quasiasi farmaco da almeno 24 ore”, “bisogna vaccinarsi a digiuno”, “bisogna vaccianrsi a stomaco pieno”, “bisogna mettere il ghiaccio sul braccio dove ti fanno il vaccino”, “non farti vaccinare sul braccio sinistro perché se ti viene un infarto non rionosci i sintomi” ecc.

Io non mi sono lasciato impressionare e stamattina mi sono presentato al mio appuntamento abbastanza sicuro.

L’inevitabile attesa in sala d’aspetto è stato il momento di maggior tensione. Ripensavo a quanto sentito in mattinata sul dolore al braccio, perché era la voce ricorrente, e sul rischio di passare la notte quasi insonne tra dolori muscolari e mal di testa che, a detta di tutti, domani dovrebbero essere insopportabili e accompagnati da febbre alta.

Mi sono deciso a fare la cronaca di come mi sono sentito dal momento del vaccino fino ad ora e con due piccoli aggiornamenti domani.

  • Puntura sul braccio sinistro. Nessun dolore all’inoculazione. Leggero dolore dopo circa mezz’ora ma passato quasi subito. Sento una maggiore sensibilizzazione sulla parte solo quando sollevo il braccio;
  • Nessuna alterazione di temperatura;
  • Io soffro abitualmente il caldo, anche d’inverno, e oggi mi sembrava di avere più caldo del solito;
  • Buona notizia: il vaccino non fa passare la fame;
  • In serata ho avuto i sintomi del raffreddore che secondo me sono legati al fatto che nel pomeriggio, per il caldo che sentivo, ho passato circa una decina di minuti a torso nudo sul letto;
  • tra gli effetti positivi, la solidarietà di colleghi e amici che mi hanno chiamato per sentire se andava tutto bene;
  • Un collega che è stato vaccinato poco prima di me si lamentava su Facebook che sperava di avere maggiore copertura di campo con il 5G del vaccino ma inceve dovrà aspettare la seconda dose per avere risultati apprezzabili.

Ci sentiamo domani per gli aggiornamenti del caso.

  • “Statisticamente trascurabili” lo metto qua in nota come promemoria più per me che per voi lettori perché è un argomento che merita di essere approfondito, su molti aspetti, con un articolo a parte.