Omaggio al Teatro

14 maggio 1947, nasceva il Piccolo Teatro di Milano per volontà di Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi.

Ricordare oggi il Teatro, non solo il Piccolo ma tutti i teatri e di tutti i generi, ha una valenza enorme per un settore duramente colpito dall’emergenza Coronavirus e per il quale la data di ripresa è molto incerta e sicuramente andrà oltre il termine di quest’anno solare (per gli scaramantici, che abbondano nell’ambito teatrale, ricordo che questo è un anno bisestile). Attori, registi, maestranze, orchestre, cantanti e tutte le persone che orbitano nel variegato mondo dello spettacolo si trovano ad affrontare una durissima crisi che inciderà anche dopo la riapertura dei teatri.

Il Piccolo, di cui oggi si festeggia il 73° anno dalla fondazione, fu il primo teatro pubblico italiano, di quelli poi detti “stabili” per distinguerli dai teatri itineranti. Nel suo programma c’era l’intenzione di essere un teatro d’arte, cioè di non inseguire solo l’immediato successo del pubblico ma di privilegiare un teatro artistico, pur meno remunerativo, e di orientarsi a tutto il pubblico anche dei ceti medi, con una politica di prezzi bassi. Grassi sosteneva infatti che la massa non andava a teatro per motivi economici e non per mancanza di desiderio o di cultura.

Senza entrare nelle varie peripezie storiche ed artistiche del Piccolo, legate agli eventi sociali attraversati dall’Italia, vale la pena ricordare che il Piccolo ha moltiplicato le sue sedi fino alle attuali 3: Teatro Grassi in via Rovello (prima e storica sede nel palazzo Carmagnola), Teatro Studio in via Rivoli e Teatro Strehler in largo Greppi. Negli anni ’60 il Piccolo aveva raggiunto le periferie portando le rappresentazioni in un teatro tenda.

La definizione di Teatro d’Europa viene data al Piccolo nel 1991 per la sua profonda vocazione europeista ma solo nel 2017 viene confermata ufficialmente tramite DM 332 del 27 luglio.

L’interesse del Piccolo a creare e diffondere cultura teatrale si manifesta anche con la nascita, nel 1987 di una Scuola di Teatro, intitolata a Ronconi, che ha formato decine di grandi artisti.

Io sono legato al Teatro per varie motivazioni. Ho seguito un corso teatrale con l’associazione “Adesso viene il Bello” di Beatrice Bello e nei 5 anni di corso ho capito quanto il teatro sia un messaggero di cultura, di formazione umana e sociale e quanto sia in grado di far lavorare la parte emotiva del nostro cervello. Nella foto, il saggio di fine corso 2016 con una delle mie migliori interpretazioni.

Da ragazzo seguivo con molto interesse l’Opera Lirica nell’imponente Teatro Massimo Bellini di Catania. La lirica aggiunge alla tipica rappresentazione teatrale la magia della musica e la difficoltà del canto lirico. L’emozione che riesce a trasmettere è enorme.

Qualunque sia il tipo, evviva sempre il Teatro che vive di passione e trasmette passione. Non lasciamolo morire.